Ritornano i messicani Brujeria, spingendo come sempre sull’acceleratore con pezzi che vanno come treni contro case, forti di una consolidata formula a base di death/grind sparato nella schiena e vocals in lingua spagnola; tutto ben riuscito, come sempre. Pezzi come “Isla De La Fantasia”, “Satongo” e “Culpan La Mujer” sono come mani incautamente posizionate nel tritatutto, ma in alcuni episodi i Brujeria riescono anche a rallentare, regalandoci un buon tiro e un tocco di industrial (si veda in particolare “Bruja”). La forza della band è in buona parte nei testi, che partono come sempre dal disagio dei latinos che vivono negli Stati Uniti per arrivare alla politica in generale, con alcune parentesi grottesche. L’altro grande punto di forza è invece, ovviamente, quello di sapere suonare bene un genere nato da tanto tempo riuscendo a non annoiare nessuno; non è poco.
Dopo sedici anni di silenzio è molto bello vedere questo progetto ancora in piedi, guidato da un personaggio del calibro di Shane Embury (Napalm Death) che, affiancato ultimamente da Jeff Walker (Carcass), forma un collettivo capace di rilasciare un album che parrebbe uscito dagli anni 90, ma che è allo stesso tempo degno di essere proposto nel 2016.
A distanza di ventitré anni da Matando Gueros, lo storico album di debutto famoso anche per la copertina censuratissima, i Brujeria sono sempre lì con i piedi piantati in un death/grind velocissimo, rozzo ma al tempo stesso estremamente godibile, e con il machete nelle mani pronti a tutto.
(Nuclear Blast 2016)
01. Pocho Aztlan
02. No Aceptan Imitaciones
03. Profecia Del Anticristo
04. Angel De La Frontera
05. Plato O Plomo
06. Satongo
07. Isla De La Fantasia
08. Bruja
09. Mexico Campeon
10. Codigos
11. Culpan La Mujer
12. Debilador
13. California Über Aztlan (DEAD KENNEDYS cover)