Provenienti da Århus, Danimarca, i Sunken sono quartetto attivo dal 2012, che dopo un demo approda al traguardo del primo full-length.
La proposta degli scandinavi è molto chiara: black metal atmosferico sulla scia di Wolves In The Throne Room e Drudkh, e in particolare la band ucraina sembra ispirare i Sunken. I cinque brani di Departure sono dunque lunghe composizioni con ampio spazio per la melodia, ampie sfuriate in blast-beat (abilità questa che i Sunken sembrano aver mutuato dai Wiegedood) inframmezzate da sapienti stacchi ritmici, utili a riprendere fiato e lasciare spazio alle chitarre. La band riesce a creare un’atmosfera malinconica ed introspettiva, come richiede il genere; e nonostante la lunghezza dei pezzi non ci si annoia mai, perché i ragazzi ci sanno fare ed usano in modo intelligente le armi di questo registro musicale. I pezzi sono d’altro canto molto simili, con le parzialissime eccezioni del brano eponimo e della title-track, che si aprono con lunghe intro che, forse, potevano essere sintetizzate.
Il difetto principale di Departure sta nella sua completa aderenza ad un genere ormai abusatissimo. I danesi hanno imparato la lezione a menadito e sfornato un prodotto più che buono, ma in futuro dovranno riuscire ad inserire elementi diversi – o quantomeno a sfoderare interpretazioni per quanto possibile più personali – per evitare di divenire repliche di se stessi. Per ora, se amate il black atmosferico, date senz’altro una chance a questo disco: non resterete delusi.
(Nordavind Records, 2017)
1. A Solemn Initiation
2. Void
3. Sunken
4. Departure
5. In the Cold Embrace of the Waves